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Roberto Meroni

Direttore del Dipartimento di fisioterapia – LUNEX University in Lussemburgo

AnatoVerso – La realtà virtuale e il metaverso nell’insegnamento dell’anatomia umana

L’insegnamento dell’anatomia umana costituisce uno dei pilastri del curriculum medico e delle professioni sanitarie.

L’avvento delle tecniche di rappresentazione virtuale ha aperto nuove possibilità per l’insegnamento dell’anatomia, offrendo una soluzione innovativa per superare alcune delle sfide incontrate nell’utilizzo di metodi tradizionali. Tipicamente, lo studio dell’anatomia viene facilitato attraverso l’utilizzo di tavole anatomiche ed iconografia; queste hanno il limite di rappresentare attraverso immagini statiche e bidimensionali strutture tridimensionalmente complesse. Per superare il limite della bidimensionalità vengono utilizzati modelli anatomici artificiali che permettono una migliore comprensione dei rapporti spaziali di alcune strutture soffrendo, tuttavia, della propria natura statica, inclusa l’impossibilità di replicare le caratteristiche dei tessuti e, soprattutto, il movimento. Altre modalità di studio e insegnamento dell’anatomia umana prevedono l’utilizzo di preparati anatomici, studio su cadavere in camera settoria, in vivo attraverso tecniche di imaging o, in alcuni casi, assistendo a interventi chirurgici. Queste modalità hanno l’enorme pregio si permettere uno studio “dal vero” ma presentano dei limiti etici, organizzativi, di disponibilità, parziale o totale irreversibilità e di costo.

L’anatomia virtuale, dal canto suo, permette ai docenti di mostrare modelli tridimensionali del corpo umano, consentendo agli studenti un’esplorazione interattiva più coinvolgente, superando in parte alcune delle limitazioni delle metodologie classiche. Tra i vantaggi di queste tecnologie troviamo anche la possibilità di integrare tra loro diverse modalità di visualizzazione anatomica come immagini dal vivo, esami strumentali, ricostruzioni semplificate, modelli tridimensionali fino ad arrivare all’integrazione degli aspetti anatomici con il quadro clinico del paziente. Grossolanamente, possiamo dividere le tecniche di anatomia virtuale in “non immersive” e “immersive”. Le prime permettono la rappresentazione del corpo umano, con diversi livelli di dettaglio, su un monitor. Il discente può osservare, spostare, sezionare, esplorare ogni struttura anatomica utilizzando mouse e tastiera o un touchscreen. L’anatomia virtuale immersiva, invece, prevede l’utilizzo di dispositivi, come i visori, per creare un’esperienza di apprendimento ancora più coinvolgente e interattiva. In questo modo, gli studenti possono muoversi attraverso i tessuti e gli organi virtuali in modo più realistico, simulando anche situazioni diagnostico-terapeutiche complesse inclusa, in alcuni casi, un’esperienza simulata di interazione con il paziente. La tecnologia immersiva consente inoltre di interagire con il modello virtuale tramite movimenti del corpo o delle mani. Vale infine la pena menzionare la realtà aumentata, che permette di sovrapporre a un’immagine reale una struttura anatomica, per esempio mostrando su schermo un’immagine anatomica tridimensionale mentre si inquadrano le pagine di un libro, mentre si inquadra una stanza o addirittura di sovrapporre un modello anatomico al corpo di un paziente che viene ripreso dalla telecamera di un dispositivo, per esempio da un tablet. 

L’anatomia virtuale offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di personalizzare l’apprendimento; inoltre, gli studenti possono esaminare le stesse strutture da diverse angolazioni, simulando una vera e propria dissezione e superando i limiti di “reversibilità” che una dissezione classica comporta. 

L’uso dell’anatomia virtuale può anche migliorare l’efficienza e la sicurezza; criticità esistenti, per esempio, nello studio dell’anatomia umana su cadavere. 

L’accesso flessibile all’apprendimento è un altro dei vantaggi offerti dall’anatomia virtuale. Lo studio è possibile in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, utilizzando dispositivi mobili o computer, offrendo un’opportunità preziosa per gli studenti che vivono in aree remote o che non hanno accesso a laboratori di anatomia tradizionali.

Come per ogni innovazione, la maturazione delle tecniche di rappresentazione virtuale, siano esse di tipo immersivo e non, sta seguendo la maturazione di simili tecnologie. Sebbene in questa fase siamo ancora lontani dall’implementazione dello studio dell’anatomia in un ambiente completamente virtuale come il metaverso, questo ulteriore avanzamento sembra rappresentare la logica direzione di sviluppo di queste tecnologie.  Lo studio dell’anatomia umana nel metaverso permetterebbe l’interazione in un ambiente più coinvolgente e immersivo, simulando a distanza l’ambiente collaborativo di un laboratorio di anatomia. 

In sintesi, stiamo attraversando un periodo molto stimolante con l’introduzione di nuove tecnologie nell’ambito dello studio dell’anatomia umana; tecnologie che non sostituiscono, ma integrano, le metodiche classiche potenziandone gli effetti.

Roberto Meroni

Direttore del Dipartimento di fisioterapia – LUNEX University in Lussemburgo

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