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Ilaria Riboldi

Studente

Salute mentale in Università: il progetto CAMPUS

Mi chiamo Ilaria Riboldi, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia mi sono specializzata in Psichiatria presso UNIMIB e attualmente lavoro come medico psichiatra in ASST Nord Milano. Da novembre 2020 sono iscritta al corso di dottorato in Neuroscienze, in cotutela tra Milano-Bicocca e University of Surrey (UK).

Mi chiamo Ilaria Riboldi, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia mi sono specializzata in Psichiatria presso UNIMIB e attualmente lavoro come medico psichiatra in ASST Nord Milano. Da novembre 2020 sono iscritta al corso di dottorato in Neuroscienze, in cotutela tra Milano-Bicocca e University of Surrey (UK).

Il mio progetto di dottorato, CAMPUS, mira a valutare nel tempo prevalenza, caratteristiche e correlati dei disturbi mentali negli studenti UNIMIB mettendoli a confronto con quelli degli iscritti ai corsi di UniSurrey. Desideriamo inoltre identificare alcuni temi per la costruzione di interventi digitali di natura psicoeducativa. Dopo l’approvazione dei due Comitati Etici abbiamo realizzato interviste in profondità, selezionando un gruppo rappresentativo di studenti. Grazie a uno Steering Committee costituito da professori e studenti stiamo promuovendo il progetto in Ateneo. Le interviste hanno permesso di selezionare i contenuti di un questionario, costruito a partire da scale validate per l’assessment della salute mentale. Diffonderemo il questionario online a partire da ottobre 2021, in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale e lo riproporremo a due tempi (6 e 12 mesi). 

Partendo da un interesse clinico e scientifico, abbiamo pensato a un progetto che coinvolgesse una popolazione di giovani adulti. L’unicità del progetto risiede proprio nelle caratteristiche del campione: le evidenze relative alla salute mentale in ambito universitario sono esigue. Considerando il contesto non clinico, il progetto CAMPUS mira non solo a raccogliere dati epidemiologici, ma anche a promuovere la discussione sul tema, contrapponendosi allo stigma che ancora accompagna la salute mentale, in particolare in un ambiente competitivo come può essere quello accademico. Non da ultimo, la natura stessa del dottorato in cotutela mi permetterà di realizzare un confronto tra due popolazioni provenienti da contesti differenti. 

Oltre ai vantaggi già descritti, un dottorato in cotutela permette di poter frequentare un ambiente internazionale, creando una rete di contatti, utile anche ai fini di progetti futuri. A questo si aggiunge l’opportunità di apprendere metodologie e tecniche di ricerca differenti da quelle del gruppo di provenienza. Tramite il mio contatto estero mi è garantita la partecipazione a convegni e workshop organizzati in UK e – non da meno – i due Atenei coinvolti rilasceranno un doppio titolo di Dottore di Ricerca. 

Come è cambiato il modo di svolgere la ricerca per il dottorato durante i periodi di lockdown?

Come medico che svolge le attività di dottorato prevalentemente in ambito ospedaliero, durante i periodi di lockdown ho potuto frequentare di persona il luogo di ricerca. La programmazione didattica di UNIMIB ha previsto corsi e seminari online, modalità con cui sono stati organizzati anche i contatti con i partner di ricerca e con gli studenti che hanno partecipato al progetto. La cotutela con UniSurrey implica che io trascorra il secondo anno di dottorato presso l’Università inglese. I mesi appena trascorsi sono stati invece strutturati in supervisioni mensili e lezioni da remoto. 

Come pensi che questo tipo di dottorato impatterà sulla tua futura carriera?

È noto quanto la possibilità di collaborare con laboratori internazionali dotati di tecnologie avanzate sia quasi imprescindibile per chi lavora con strumentazioni scientifiche. Anche per un ricercatore e medico psichiatra l’opportunità di sperimentare metodologie di ricerca differenti costituisce un valore aggiunto. Prevedo che questo avrà un impatto positivo sul mio curriculum professionale e personale.

Ilaria Riboldi

Studente

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