Alberto Pastori
Come cambiare la scuola: servono creatività e condivisione
“Si è sempre fatto così” è il mantra della scuola italiana, spesso ancorata ad abitudini e regole non scritte che le impediscono di esprimere al massimo le proprie potenzialità e creare un clima positivo e valorizzante per ogni alunno e alunna, così come per ogni insegnante e attore della comunità scolastica.
Eppure, spesso lontano dai riflettori mediatici, dirigenti scolastici e insegnanti, rappresentanti degli studenti o dei genitori, figure esterne ma partecipi della vita scolastica, si attivano per sperimentare modalità creative e non standardizzate di fare scuola orientate verso il benessere di tutta la comunità scolastica.
Creare un benessere scolastico
Infatti, la legge dell’autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999) spiega proprio questo: ogni istituto può attuare specifici (addirittura originali!) provvedimenti da adattare a un singolo contesto. Sono tre le principali forme di autonomia riconosciute alla scuola. Proviamo a vederle un po’ più da vicino. Innanzitutto, l’autonomia didattica, grazie alla quale ogni scuola può definire i propri percorsi formativi e regolare i tempi delle lezioni e delle attività in base ai ritmi di apprendimento degli alunni, personalizzando quindi l’offerta formativa e adattandola alle esigenze degli studenti. Ma è con l’autonomia organizzativa che ogni scuola ha il potere di decidere l’impiego dei docenti e di adattare il programma scolastico alle esigenze specifiche del contesto in cui opera. Vi è infine l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo: le scuole possono pianificare la formazione e l’aggiornamento del personale docente, rimanendo così al passo con le nuove metodologie didattiche, adattandosi ai cambiamenti tecnologici, sociali e culturali.
Abbiamo provato a fare un “viaggio” sulle tracce delle iniziative nate in diverse scuole del Paese che, cercando di creare modelli virtuosi di organizzazione scolastica in grado di promuovere tutti i soggetti della comunità (alunni, insegnanti, dirigenti e famiglie), hanno dato vita a esperimenti per cambiare la scuola. Siamo partiti da alcuni spunti suggeriti da Anna Granata, professoressa associata di Pedagogia Generale nel Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che di cambiamento scolastico si occupa da sempre (si veda il box di approfondimento in questo articolo). «L’obiettivo comune di tutte queste iniziative – spiega la prof.ssa Granata – è di trovare strategie creative per realizzare il benessere scolastico di alunni e alunni in primis, ma anche di insegnanti, dirigenti, genitori, educatori, senza adagiarsi su modalità standardizzate di fare scuola».
Veronica Maria Ornaghi
Scuola e benessere dei docenti: il progetto “Teaching to Be”
Dagli orti alle stelle, la scuola che cambia
La scuola secondaria di primo grado “Giosuè Carducci” di Busca in provincia di Cuneo, in Piemonte, ha modificato l’orario settimanale eliminando il sabato e istituendo le “lezioni di astronomia”, di notte, nel giardino della scuola dimostrando creatività organizzativa e un coinvolgimento attivo da parte dell’intera comunità. Il liceo delle scienze umane “Parini” di Seregno (MI), per favorire l’inclusione, data l’alta percentuale di alunni disabili frequentanti la scuola, ha promosso l’“ora d’orto”: studenti di classi, età e condizioni diverse lavorano insieme, si conoscono e coltivano amicizie oltre i confini spesso rigidi dell’aula di scuola.
Luogo di discussione, fautore di un senso di comunità capace di sciogliere le distanze: la scuola è anche questo e dei docenti hanno voluto dimostrarlo, organizzando un collegio docenti per programmare il successivo anno scolastico ad alta quota, camminando nella natura. Davide Martini, dirigente scolastico piemontese, è convinto che camminando insieme, insegnanti, dirigenti, rappresentanti dei genitori si sciolgano molti nodi e conflitti spesso esistenti all’interno dei contesti scolastici. Il collegio docenti ad alta quota – vissuto talvolta anche tra dirigenti scolastici di istituti diversi – genera capacità di comprensione, empatia, creatività nel trovare soluzioni spontanee a problemi comuni che a bassa quota sembrano spesso insormontabili!
Come cambiare la scuola: le collette anonime
La scuola dell’infanzia “Carabelli”, situata nella periferia sud Est di Milano, caratterizzata da una forte eterogeneità socio-economica e culturale, ha ideato – a partire da un’idea creativa dei rappresentanti dei genitori – un nuovo modo per gestire il fondo genitori, utile a supportare piccole iniziative delle classi come regali ai docenti o alle classi per progetti extra-curricolari. Al posto di chiedere una somma precisa a tutti i genitori hanno istituito delle collette anonime in cui tutti donano in base alle proprie disponibilità. Con grande sorpresa le cifre ottenute, sulla base di una scelta del tutto libera e responsabile, sono sempre maggiori rispetto a quella stabilita a priori dai rappresentanti e il clima tra i genitori risulta essere molto più positivo e sereno.
Anna Granata
Equità, intercultura, creatività: le tre parole-chiave del gruppo di ricerca “Save the mix”
Creatività organizzativa: la via per innovare
Le iniziative di creatività organizzativa possono nascere anche da idee degli studenti stessi. È il caso del liceo Righi di Roma, dove i ragazzi hanno le chiavi della scuola, il pomeriggio, per gestire l’aula studio, promuovere corsi, laboratori, incontri formativi, visione di film. Un’iniziativa che riporta al centro i veri protagonisti della scuola: alunni e alunne, capaci di vivere in maniera autonoma e responsabile il loro luogo di vita e apprendimento, la scuola.
Dagli esempi che abbiamo appena letto risulta chiaro come la creatività organizzativa, come la chiama la professoressa Anna Granata, sia spesso la chiave per trovare soluzioni innovative a problemi semplici o complessi, arricchendo di esperienze positive non solo alunni e alunne ma anche docenti e personale scolastico, in grado di vivere più positivamente il proprio contesto lavorativo. Lo spirito di condivisione, la volontà di capire quali possono essere le difficoltà altrui e il coraggio di provare nuove modalità per vivere insieme la scuola giocano un ruolo fondamentale per il cambiamento nella scuola. I cambiamenti sono spesso “a costo zero”, ma conoscere queste modalità e diffonderle è fondamentale perché non restino legate a singoli contesti locali.
Alberto Pastori
La campagna crowdfunding del progetto Cinque minuti per cambiare la scuola
Articoli correlati
L’onestà gioca un ruolo fondamentale nella costituzione e nel mantenimento del tessuto sociale. In una società composta da individui disonesti, la fiducia alla base della maggior parte delle relazioni interpersonali verrebbe meno, con conseguenze gravi Read more
Chi può raccontare meglio la scuola di chi la vive ogni giorno e lavora per un suo costante miglioramento? Il progetto Cinque minuti per cambiare la scuola si pone come obiettivo proprio questo: dar voce Read more
Quando si parla di Design la prima cosa che viene in mente è un oggetto, un prodotto a volte anche con un costo importante, o un evento che invade la città di Milano in primavera Read more