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Giancarlo Capitani

Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra

Inertizzazione efficiente dei rifiuti contenenti amianto e riutilizzo

I rifiuti contenenti amianto (RCA) rappresentano un rischio per la salute e l’ambiente a causa del potenziale rilascio di fibre cancerogene.

I rifiuti contenenti amianto (RCA) rappresentano un rischio per la salute e l’ambiente a causa del potenziale rilascio di fibre cancerogene. La legislazione vigente prevede lo smaltimento dei RCA in discariche controllate, sebbene questa sia ben lungi dall’essere una soluzione ideale, in quanto significa spostare il problema di lato e rimandarlo nel tempo, perché il potenziale rilascio di fibre rimane alto, specialmente in falda. Inoltre, in un territorio altamente antropizzato come il nostro, reperire nuovi spazi per le discariche è cronicamente difficile e spesso i rifiuti sono spediti all’estero a costi esorbitanti.  Una soluzione più smart, nonché auspicata dall’Unione Europea, sarebbe l’inertizzazione dei RCA attraverso processi di trasformazione fisico-chimica delle fibre, ed il riutilizzo del materiale inertizzato come materia prima-seconda (MPS) in altri processi produttivi. Nonostante l’esistenza di numerosi brevetti, nessun processo è mai realmente partito in Italia, e questo a causa degli elevati costi energetici di processo. Grazie ad un innovativo brevetto (UIBM: Invenzione Industriale n. 25588/17), che riduce i tempi di inertizzazione, e quindi i costi, l’inertizzazione può diventare competitiva e sostenibile. 

In perfetta sintonia coi concetti di economia circolare, con il progetto A-FIRE (Asbestos Fast Inertization and REcycling) intendiamo esplorare il reimpiego di MPS derivante da RCA inertizzati in diversi settori produttivi. I benefici che si otterrebbero sarebbero molteplici: i) si eliminerebbe il rischio ambientale e per la salute dovuto a RCA; ii) si potrebbero ridurre i costi di produzione di manufatti che si dovessero dimostrare idonei ad essere realizzati con RCA inertizzati; iii) si contribuirebbe alla riduzione della domanda della materia prima che andremmo a sostituire, mitigando tutti i problemi ambientali legati allo sfruttamento minerario e al consumo delle risorse.

Per perseguire gli obiettivi di A-FIRE, abbiamo stabilito collaborazioni a diversi livelli d’intervento: i) per reperire il RCA sul territorio; ii) per inertizzarlo secondo le specifiche di brevetto; iii) per reimpiegarlo in diversi settori produttivi come MPS. A tale ultimo scopo, abbiamo coinvolto uno spin-off dell’Università di Milano-Bicocca (Graftonica) che da anni sviluppa applicazioni innovative e stabilito collaborazioni con aziende lombarde leader nei diversi settori produttivi, quali quello delle ceramiche sanitarie, dei materiali edilizi, delle resine, delle plastiche e degli elastomeri.

Da questo progetto ci aspettiamo di vedere aumentate le conoscenze sul problema dei RCA sia a livello scientifico sia politico e sociale, attraverso pubblicazioni su riviste internazionali e un’attenta opera di divulgazione scientifica e di ascolto della popolazione. Siamo fiduciosi che tali azioni possano portare ad una sensibilizzazione dell’opinione pubblica e del mondo politico e contribuire così a mettere le basi per il primo impianto di inertizzazione di RCA in Italia (il secondo in Europa). Dalla valorizzazione dei RCA inertizzati attraverso il reimpiego come MPS, ci aspettiamo di arrivare alla realizzazione di manufatti di assoluta utilità e valore, con particolari proprietà fisiche, meccaniche e/o estetiche paragonabili a quelle degli stessi oggetti realizzati con materie prime tradizionali, o magari superiori.

 

Gruppo di ricerca: Giancarlo Capitani, Alessandro Cavallo, Lucia Galimberti, Tizano Catelani (UniMiB); Cecilia Viti, Giovanna Giorgetti, Claudia Magrini, Mihaela Marian (UniSi).

Giancarlo Capitani

Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra

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