Massimo Beccarello
Sicurezza energetica e nuove partnership strategiche nella politica energetica dell’Europa
L’aggravarsi della crisi energetica ha evidenziato le difficoltà del continente Europeo a gestire il peso di transizione verso gli obiettivi di decarbonizzazione sul piano della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale fonte energetica a minore impatto ambientale tra i combustibili fossili ma irrinunciabili per governare il processo di transizione.
Questo nuovo scenario, non previsto quando furono lanciati gli obiettivi di decarbonizzazione, ha fatto emergere in modo chiaro che il percorso di transizione energetica al 2030 non può essere raggiunto se non si integrano gli obiettivi di decarbonizzazione con gli obiettivi di sicurezza.
Il conflitto Russia-Ucraina, impone un concetto di sicurezza più ampio, nel quale la sicurezza “storica” connessa all’approvvigionamento delle fonti energetiche fossili a minor impatto ambientale (Gas) deve essere integrata con un concetto di sicurezza estesa alla disponibilità e al controllo delle filiere tecnologie che consentiranno la sostituzione delle fonti fossili nella produzione di energia.
Anche la recente risposta della Commissione Europea, adottata con il provvedimento RePowerEU, identifica tra le misure per uscire dall’aggravarsi della crisi gas, due direttrici principali: una strategia di ulteriore aumento degli obiettivi di produzione rinnovabile e dei target di efficientamento energetico dei processi di consumo e una strategia di diversificazione geopolitica delle direttrici di approvvigionamento del gas naturale.
Queste linee di intervento, per essere efficaci, devono rappresentare l’avvio di un processo di cooperazione inclusivo tra tutti i paesi che condividono gli obiettivi di sostenibilità ambientali e possono mutuamente cogliere le opportunità di sviluppo economico derivanti da una politica per la transizione energetica.
L’area Mediterranea si colloca all’ottavo posto in termini di giacimenti di riserve certe di gas naturale a livello globale, ma rappresenta un giacimento ancora più importante per la produzione potenziale di fonti rinnovabili e in particolare l’idrogeno verde. L’idrogeno verde rappresenta l’opzione tecnologia più importante, in prospettiva, per sostituire il gas naturale e fornire l’energia termica necessaria ad alimentare i processi i processi industriali.
Il CESISP ha intrapreso una collaborazione con Observatoire Mediterranéen de l’Energie al fine di condurre uno studio per verificare se una tecnologia game-changer come l’idrogeno possa costituire anche un driver per la costruzione di una piattaforma di cooperazione geopolitica tra i bacini del mediterraneo estendibile e integrabili a ulteriori opzioni tecnologiche. Il percorso di analisi si basa su un processo in tre stadi.
La prima parte intende avviare una verifica empirica del potenziale di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabile. Per identificare sul piano empirico il potenziale di sviluppo di capacità di produzione rinnovabile sarà condotta una meta-analisi, basata sulle proiezioni dei principali istituti di ricerca e delle agenzie governative e internazionali per stimare la capacità di produzione. Le tecnologie che saranno prioritariamente considerate sono rappresentare dalla tecnologia eolica e, soprattutto, solare.
Nella seconda parte dell’analisi saranno considerati i profili infrastrutturali abilitanti per costruire una piattaforma integrata di cooperazione dell’area del mediterraneo. Per quanto l’area presenti un potenziale elevato di produzione rinnovabile, le caratteristiche di produzione discontinua delle tecnologie solare ed eolico richiedono di ottimizzare i profili di produzione in relazione ai profili di utilizzo dell’energia attraverso un sistema di interconnessioni di rete integrate e di sistemi di accumulo funzionali ai consumi e alla loro dislocazione nell’area. Anche questa parte sarà sviluppata attraverso una meta-analisi delle informazioni disponibili dagli enti istituzionali e di ricerca internazionali che hanno sviluppato valutazioni sui progetti infrastrutturali di rete e di interconnessione dell’area mediterranea.
Le dimensioni di rete considerate non riguardano solo le infrastrutture per la trasmissione di energia elettrica ma anche le infrastrutture di trasporto del gas naturale nei limiti in cui potranno essere riconvertite per il trasporto di idrogeno. Attraverso una stima complessiva dei costi connessi allo sviluppo potenziale di produzione rinnovabile e dei relativi costi accessori sul piano infrastrutturale, l’obiettivo è quello di pervenire a un prima stima generale della produzione di energia elettrica rinnovabile e determinare la componente più rilevante dei costi di produzione di idrogeno ovvero l’energia elettrica. Successivamente, l’obiettivo è quello di determinare un valore di riferimento per la produzione di idrogeno considerando il potenziale di economie di scala e di scopo derivanti da un approccio integrato a livello dei paesi del Mediterraneo con il continente Europeo.
Sulla base di queste valutazioni l’analisi intende identificare:
i fattori potenziali che potrebbero sviluppare una cooperazione mutuamente incentivante nel bacino del mediterraneo per sviluppare una leadership nella produzione di un vettore energetico chiave per il processo di decarbonizzazione;
le possibili implicazioni in termini di costi efficienti di produzione di idrogeno funzionali a garantire un processo di sviluppo industriale che richiede energia termica;
i profili di cooperazione tecnologica per garantire una cooperazione per lo sviluppo industriale della capacità produttiva nel bacino del Mediterraneo delle nuove tecnologie abilitanti per la produzione di idrogeno.
Massimo Beccarello
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