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Edoardo Datteri

Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”

I robot e la filosofia della scienza

Il dibattito pubblico su grandi temi di interesse scientifico, come il cambiamento climatico e la pandemia da COVID-19, presenta sempre più spesso forme di scetticismo generalizzato nei confronti della scienza.

Il dibattito pubblico su grandi temi di interesse scientifico, come il cambiamento climatico e la pandemia da COVID-19, presenta sempre più spesso forme di scetticismo generalizzato nei confronti della scienza. A essere messa in dubbio non è soltanto la plausibilità di particolari risultati scientifici, ma anche la credibilità della scienza stessa, intesa come meccanismo di produzione di conoscenza. Questa crescente sfiducia si ripercuote sulle decisioni dei singoli, generando importanti conseguenze sul piano sociale, economico, politico e culturale. È importante incoraggiare un atteggiamento vigile nei confronti dei processi di ricerca: la scienza si regge sul dubbio e sull’autocorrezione e non è immune dall’influenza di interessi economici e politici. Ma è anche importante evitare che la sana vigilanza si trasformi in sfiducia. La scienza è fallibile, multiforme e imperfetta, ma è la forma di conoscenza più affidabile di cui disponiamo.

La filosofia della scienza ne studia il funzionamento: analizza la razionalità delle forme di ragionamento che la caratterizzano, la validità dei suoi metodi, la struttura e la dinamica dei suoi processi di cambiamento e autocorrezione. Svolge quindi un ruolo cruciale nell’educazione scientifica, intesa come stimolo allo sviluppo di una consapevolezza critica, che non degeneri però in sfiducia a priori.

Da queste considerazioni nasce il progetto “Alla scoperta degli animali robotici”, finanziato dal MUR e promosso dal RobotiCSS Lab dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca assieme all’associazione Yunik. Il gruppo di ricerca è coordinato da Edoardo Datteri, docente di Logica e Filosofia della Scienza in Bicocca, e include Luisa Zecca, docente di Didattica e Pedagogia speciale, e due esperte sugli usi educativi dei robot, Gilda Bozzi e Chiara Merisio. Più di 80 insegnanti ed educatori stanno prendendo parte a un percorso di formazione sui fondamenti del pensiero scientifico, riflettendo sul rapporto tra teoria e osservazione, sulla struttura delle spiegazioni, sulla razionalità dei metodi della scienza. Impareranno poi a proporre ai propri alunni – più di 2000, dal nido alla scuola media – un’attività di robo-etologia.

La robo-etologia è un prototipo di ricerca scientifica. I bambini ricevono un robot pre-programmato e, come etologi alle prese con una nuova e misteriosa creatura, ne studiano il comportamento, formulando teorie, previsioni, modelli ed esperimenti, al contempo ricostruendo la logica – scientifica – dei loro stessi ragionamenti. Poi, a novembre 2022, i bambini parteciperanno come relatori in quattro convegni scientifici di robo-etologia, condividendo le loro scoperte sul robot e le loro riflessioni sulla struttura del pensiero scientifico. Il progetto è patrocinato dalla SILFS, Società Italiana di Logica e Filosofia della Scienza.

Perché fare scienza analizzando il comportamento di un robot e non quello di un animale? Perché un robot può essere manipolato con sicurezza e in prima persona dai bambini. Inoltre, gli 80 animali robotici consegnati alle classi manifesteranno tutti lo stesso comportamento, permettendo ai bambini coinvolti di confrontarsi sullo stesso oggetto. La relativa prevedibilità dei robot assicurerà poi un certo livello di replicabilità degli esperimenti. 

La robo-etologia crea dunque un ambiente protetto, in cui i bambini possono mettersi in gioco in prima persona, allenandosi all’esercizio del pensiero scientifico e sviluppando strumenti che potranno poi utilizzare in contesti “adulti” di ricerca scientifica.

Edoardo Datteri

Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”

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