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T-EYE, nuove tecnologie per la diagnostica precoce dell’autismo

Il programma Erasmus+ mi ha permesso di scoprire una passione per la ricerca e per l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito psicologico.

Sono Maria Eleonora Minissi, ho 28 anni e sono una giovane ricercatrice in Psicologia. Dopo la triennale a Milano, mi sono laureata in Psicologia Cognitiva Applicata all’Università degli Studi di Padova. Il programma Erasmus+ mi ha permesso di scoprire una passione per la ricerca e per l’utilizzo delle nuove tecnologie in ambito psicologico. Il tirocinio professionalizzante, diviso tra un laboratorio del dipartimento di Scienze Umane per la Formazione in UNIMIB e un centro di ricerca internazionale, hanno fatto sì che consolidassi tale passione. Sono arrivata successivamente all’Università Politecnica di Valencia, dove sto svolgendo il dottorato in Nuove Tecnologie per la Salute e il Benessere. 

La mia tesi di dottorato forma parte del progetto T-EYE, finanziato dal Ministero Spagnolo della Scienza e dell’Innovazione. Il progetto è volto allo sviluppo di un metodo innovativo per la diagnosi precoce dell’autismo, fondato sull’utilizzo di nuove tecnologie, algoritmi automatici e misure oggettive. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di automatizzare la diagnosi dell’autismo usando un videogioco immersivo in realtà virtuale e varie misure implicite, come i movimenti oculari, l’attività elettrodermica e l’analisi dei movimenti corporei.  

T-EYE è unico e innovativo proprio grazie alla sua originalità. Esistono vari tentativi in ambito scientifico riguardanti lo sviluppo di nuove tecniche per la diagnosi dell’autismo, ma nessuna tocca l’autismo a 360 gradi come T-EYE, che include l’analisi completa delle possibili sintomatologie del disturbo. Il prodotto finale del progetto rappresenta un’esperienza unica nel suo genere, che permette la valutazione diagnostica del bambino in un ambiente ludico simile al mondo reale. I bambini sono entusiasti dell’esperienza e spesso chiedono di poter tornare a “giocare” con noi.

Grazie alla cotutela ho la possibilità di conoscere due prestigiose realtà accademiche e partecipare a due programmi di dottorato molto differenti tra loro, sviluppando competenze distinte e al contempo trasversali. La permanenza in entrambe le Università mi permette di ampliare il ventaglio di opportunità del progetto, usufruendo delle installazioni e delle risorse di entrambi gli Atenei. 

Purtroppo, ma inevitabilmente, i periodi di lockdown hanno comportato un rallentamento delle fasi di ricerca del progetto. T-EYE è un progetto molto pratico che ha bisogno di molte ore di lavoro presenziali per raggiungere un risultato ottimale. Io e i miei supervisori abbiamo cercato di concentrare la maggior parte del lavoro teorico durante i periodi di lockdown, così da poter impiegare al meglio i periodi di lavoro in presenza. 

Grazie a questo percorso di dottorato sto sviluppando conoscenze tecnico-informatiche e psicologiche che possono rendere il mio curriculum interessante per le realtà specializzate nell’utilizzo di nuove tecnologie in contesti specifici. Anche la carriera accademica potrebbe essere un’opzione e grazie al dottorato in cotutela potrei avere l’opportunità di avere le porte aperte verso due facoltà: bioingengeria e psicologia.

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