Nadia Lazzarini
Tra innovazione urbana e sostenibilità: il percorso professionale dell’alumno Rodolfo Pinto
Raccontare le storie dei nostri laureati, ponendo l’accento sulle loro esperienze all’interno delle aziende dove lavorano o con cui collaborano per portare alla luce modelli in grado di diventare punti di riferimento, è l’obiettivo della rubrica dedicata agli ex studenti dell’associazione BicoccAlumni.
Inauguriamo questo nuovo corso intervistando Rodolfo Pinto, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e nominato da Forbes nel 2019 tra i 100 italiani under 30 che guideranno il futuro. Oggi Rodolfo è Ceo di Superubanity, società di innovazione urbana, la spinoff nata in seno a Pnsix (l’altra azienda di Rodolfo) che si occupa di service design.
Quali bisogni della società contemporanea è riuscito a captare e quali azioni ha intrapreso all’interno delle sue aziende per riuscire ad andare incontro a queste richieste?
Il bisogno principale su cui stiamo concentrando i nostri sforzi è quello legato al tema cruciale della sostenibilità.
Entro il 2035 più del 70% delle persone vivrà all’interno di contesti urbani; in questo scenario le città avranno un ruolo fondamentale all’interno del processo partecipativo e di collaborazione legato alla sostenibilità. È proprio attorno ai concetti di cooperazione e di territorialità che stiamo sviluppando strumenti di innovazione urbana e piattaforme digitali al servizio dei territori, partendo dai piccoli progetti di riqualificazione fino a operazioni più di larga scala.
Queste azioni hanno avuto il successo sperato?
Sì, perché i temi legati al futuro del nostro pianeta stanno diventando urgenze collettive improcrastinabili. Dobbiamo anche capire che la sfida non si gioca in una corsa di 100 metri, ma piuttosto in una maratona in cui lavoriamo in squadra per raggiungere l’unico obiettivo che conta. Le aziende che gestisco o nelle quali contribuisco stanno lavorando proprio per mettere a disposizione nuovi strumenti dall’energia rinnovabile all’innovazione urbana guidata dai framework degli SDGs introdotti dalle Nazioni Unite e per favorire la creazione di ecosistemi di cooperazione tra Amministrazioni, Aziende e Enti del Terzo Settore.
Ha rilevato un impatto positivo anche all’interno delle aziende da lei gestite che hanno raggiunto uno o più di questi obiettivi? Potrebbe raccontarcelo?
Il Core business delle realtà che gestisco e in cui ho lavorato è strettamente legato alla sostenibilità, dall’energia all’innovazione urbana. È quindi naturale che lavorando tutti giorni su questi temi si sia sviluppata una sensibilità particolare.
Nello specifico, Green Energy Storage produce batterie per le rinnovabili a ridotto impatto ambientale e ha ottenuto importanti riconoscimenti economici dall’Unione Europea. Superurbanity, invece, sta sviluppando piattaforme digitali per l’innovazione urbana che mirano ad abilitare gli ecosistemi per la sostenibilità.
Un’altra iniziativa di cui sono molto felice riguarda l’introduzione del crowdfunding civico nel Comune di Bergamo. Un grande lavoro è stato fatto insieme al team dell’Assessorato all’Innovazione e a Bergamo Smart City, che ho avuto l’onore di coordinare per quasi 7 anni.
Pensa di essere riuscito a migliorare la qualità della vita dei suoi stakeholders, anche in un singolo aspetto? Se sì, come lo ha fatto e quali ripercussioni ha avuto a livello sociale?
Il successo delle nostre azioni e di questo movimento collettivo lo misureremo tra 15/20 anni. Va detto, però, che saranno le azioni di oggi a migliorare la qualità della vita delle persone e degli stakeholders nei prossimi decenni. Allenarci alla collaborazione e alla cooperazione è sicuramente un primo passo importante per poter fare la differenza in un mondo sempre più abituato a vedere risultati superficiali nel breve periodo.
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