Dimitri Ognibene
Approfondimento di Le complessità dell’A.I: imparare a usarla e quando fidarsi
I recenti progressi in Artificial Intelligence (AI) hanno scatenato accese discussioni in vari settori.
Le rappresentazioni mediatiche hanno spaziato tra scenari di computer super intelligenti, capaci di conquiste impensabili, a scenari apocalittici di possibile estinzione. Questo hype deriva dalla prospettiva di utilizzare l’AI per risolvere qualsiasi problema senza avere competenze specifiche. Stanno, quindi, emergendo reazioni estreme e opposte verso l’AI, alcune potenzialmente nocive. Da un lato, la fiducia eccessiva nelle intelligenze artificiali può comportare l’uso di suggerimenti errati in contesti delicati e persino causare nel tempo una atrofizzazione delle nostre competenze; dall’altro, la paura e gli atteggiamenti negativi nei confronti dell’AI potrebbero compromettere i vasti benefici sociali che l’uso di queste tecnologie può generare. L’hype e la mancanza di informazione sui limiti attuali dell’AI, come le sue “allucinazioni”, distraggono da altre importanti questioni come l’impatto sulla disuguaglianza, il copyright, la privacy e gli effetti a lungo termine di tali sistemi pervasivi, connessi sia ai social che ai dispositivi mobili e al web, sulle nostre scelte personali e sulla comunità in cui viviamo.
Sono quindi cruciali progetti come Courage, finanziato dalla VolkswagenStiftung, che mirano a comprendere gli effetti complessi dell’AI, proponendo approcci mirati, favorendo il bene comune, ma soprattutto sviluppando interventi educativi per un uso cosciente e sicuro.