Da diversi anni, con alcuni docenti e collaboratori della Cattedra di diritto penale abbiamo iniziato a collaborare con lo Sportello giuridico della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate, per offrire consulenza legale gratuita alle persone detenute che siano prive di avvocato. Allo Sportello si lavora insieme ai volontari ‘interni’, disponibili a dedicare il proprio tempo al servizio dei compagni e delle compagne di detenzione.

Attraverso lo stage gli studenti di Giurisprudenza possono partecipare all’attività dello Sportello. L’ingresso in Istituto, il confronto con le persone detenute e la conoscenza diretta del contesto carcerario in tutta la sua crudezza – ancorché Bollate offra condizioni di vita dignitose e sopportabili – aprono sempre nuove prospettive di riflessione, che raramente emergono dallo studio dei manuali e della giurisprudenza. All’interno del carcere la sentenza diventa materia viva e viene considerata per il modo con il quale ha ricostruito e giudicato il fatto – del quale l’interessato offre talvolta una versione non coincidente – e la persona che ne è stata ritenuta responsabile.

All’impegno presso lo Sportello giuridico è venuta poi affiancandosi l’attività formativa delle cliniche legali, che ha permesso agli studenti di contribuire alla predisposizione di istanze particolarmente complesse, conseguendo talvolta degli ottimi risultati. La clinica legale in materia penale della nostra Università ha prodotto richieste di revisione della sentenza di condanna, un ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani e la richiesta di uscita dal regime ostativo per condannati all’ergastolo, che altrimenti, dopo quasi 30 anni di detenzione, non avrebbero potuto conseguire neppure il beneficio di un permesso premio.

In futuro la clinica legale sarà oggetto di un corso specifico del percorso penalistico, ampliando così il numero dei potenziali destinatari di questa innovativa e accattivante esperienza didattica.