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Matteo Fossati

Professore di evoluzione galattica – Dipartimento di Fisica “Giuseppe Occhialini”

Approfondimento di Astrofisica a Milano-Bicocca: i dati ottenuti con MUSE

L’unicità di MUSE ha permesso a un team guidato da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Milano-Bicocca di catturare immagini in alta definizione della ragnatela cosmica.

Il deserto di Atacama, in Cile, è stato selezionato dalle maggiori agenzie intergovernative come uno dei migliori siti al mondo per le osservazioni astronomiche notturne. Il cielo limpido, il clima asciutto e la ridotta turbolenza atmosferica forniscono le condizioni ideali per consentire agli astronomi di osservare i segreti del cosmo da questa remota regione della Terra.

ALMA prototype-antennas at the ALMA
A spectacular sunset view of the three prototypes of ALMA antennas

Sul monte Paranal, a circa 200 km dalla città di Antofagasta si trova il Very Large Telescope (VLT). Il VLT è in effetti un complesso di quattro telescopi, gestiti dall’European Southern Observatory (ESO) e dotati di uno specchio di 8 m di diametro, tra i più grandi mai costruiti.

Uno dei telescopi VLT è dotato del rivoluzionario strumento Multi Unit Spectroscopic Explorer (MUSE),  installato nel 2014 e in grado di raccogliere la luce debolissima degli oggetti astronomici più lontani. Questa luce, emessa quando l’Universo aveva pochi miliardi di anni, solo una piccola frazione della sua età attuale, dopo un lunghissimo viaggio raggiunge gli strumenti ottici, che la disperdono come in un arcobaleno.

Le sofisticate tecnologie di MUSE sono completate da un sistema di puntamento laser che corregge i disturbi della nostra atmosfera restituendo immagini nitidissime. In questo modo gli astronomi possono ottenere immagini spettrali inaccessibili fino a qualche decennio fa.

L’unicità di MUSE ha permesso a un team guidato da ricercatori e ricercatrici dell’Università di Milano-Bicocca di catturare immagini in alta definizione della ragnatela cosmica. Questa struttura è formata da filamenti di materia oscura e gas, e disegna il reticolo di supporto per la formazione delle galassie. Prima dell’avvento di MUSE, osservare queste strutture sarebbe stato impensabile. Il gas nei filamenti, infatti, emette una luce così debole da risultare invisibile agli strumenti disponibili in precedenza.

Utilizzando MUSE, il team di Bicocca ha acquisito immagini incredibilmente dettagliate di un filamento cosmico che si estende per 3 milioni di anni luce. Questo filamento collega due galassie che presentano buchi neri supermassicci al loro centro. Grazie a MUSE, è stato possibile tracciare con precisione i confini tra il gas delle galassie e quello della ragnatela cosmica.

Inoltre, le osservazioni, confrontate con le previsioni ottenute attraverso simulazioni al computer, confermano l’accuratezza del modello cosmologico attuale, che include la materia oscura. Proprio la materia oscura, nonostante sia invisibile, rappresenta la componente principale della materia presente nell’Universo. Questo studio ha offerto nuove e più dirette evidenze del suo ruolo nella formazione delle strutture cosmiche.

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