Alberto Pastori
Approfondimento di Il progetto Botanica Temporanea: il connubio tra natura, scienza e arte
Il progetto denominato Botanica Temporanea desidera fondere in un unico contesto natura, scienza e arte con l’obiettivo di realizzare una piazza verde multifunzionale destinata a diventare un punto di aggregazione sociale, in grado di offrire un rifugio durante i periodi più caldi dell’anno e contribuire a migliorare la qualità dell’aria, apportando così benefici a lungo termine per l’ambiente e le comunità nell’area di intervento.
Promosso da BiM Garden e dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca, curato dal paesaggista Antonio Perazzi con il contributo artistico di Patrick Tuttofuoco, il progetto è condotto dai dipartimenti di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) e Biotecnologie e Bioscienze(BtBs) dell’Università e si basa sulla raccolta e l’analisi di dati delle varie fasi, nell’arco di 17 mesi, sulle due aiuole di BiM oggetto dell’indagine e sull’area circostante.
L’obiettivo è individuare un modello di progettazione e gestione del verde innovativo e virtuoso, che da BiM possa estendersi all’intera città di Milano e ad altre realtà metropolitane alla ricerca di nuove relazioni con il paesaggio artificiale e naturale. Tutte le specie piantumate e cresciute durante questa fase sperimentale saranno successivamente trasferite nel progetto finale di riqualificazione dell’area verde.
Il progetto Botanica Temporanea: le caratteristiche della sperimentazione
Le due grandi aiuole rialzate di 225 metri quadrati ciascuna ma diverse dal punto di vista ecologico per posizionamento e composizione del suolo, saranno il fulcro di questo progetto. Entrambe, infatti, verranno piantumate e seminate con specie vegetali differenti, selezionate per le loro caratteristiche estetiche e funzionali. Particolare attenzione verrà data alla capacità di assorbire CO2 e purificare l’aria.
Nell’arco di 17 mesi (a partire da luglio 2023 fino a dicembre 2024) i ricercatori di Bicocca svolgeranno una serie di analisi scientifiche tese a indagare, specificatamente, l’interazione tra specie seminate e specie spontanee, nonché gli effetti della vegetazione sulla mitigazione dell’inquinamento e delle temperature.
Agli studi scientifici si affiancano installazioni artistiche, pubblicazioni e incontri con esperti del settore, per condurre una riflessione condivisa sull’importanza della vegetazione nei contesti urbani e il suo valore economico nella società, arrivando a esplorare il ruolo dell’arte nel paesaggio attraverso le interazioni tra l’opera e l’ambiente.
Botanica Temporanea: le fasi
L’obiettivo del progetto è, in primo luogo, realizzare un luogo multifunzionale e sviluppare un metodo di progettazione del paesaggio in grado di generare concreti benefici sia per l’ambiente sia per l’uomo, elaborando un progetto-guida esportabile in altri contesti urbani. Per raggiungere lo scopo sono previste 4 Fasi:
FASE 1 – Mappatura dello stato di fatto e analisi dei servizi ecosistemici
FASE 2 – Elaborazione del piano sperimentale: semina e studio sulle isole del calore
FASE 3 – Analisi dei risultati, supporto alla progettazione definitiva della piazza e misure preliminari nelle aree rigenerate
FASE 4 – Report finale con evidenza dei risultati raggiunti
Il progetto Botanica Temporanea: la natura
L’architetto Antonio Perazzi mira a creare un habitat immersivo e affascinante, che favorisca la biodiversità e miri a migliorare la performance climatica degli ambienti. Intorno al nuovo padiglione sorgeranno sette grandi giardini rialzati a forma di mezzaluna, per creare dei “nidi” dove i cittadini potranno sostare.
La vegetazione spontanea permetterà elevate capacità di adattamento al contesto urbano e ridotte necessità di manutenzione e consumo idrico. Un esempio è il bambù, capace di filtrare il 40% di CO2 in più rispetto a qualunque altra pianta. Un altro, sono gli alberi di Ginkgo Biloba, cui si affiancano piante perenni selezionate per la qualità delle loro variopinte fioriture.
Botanica Temporanea: la struttura
Le ampie terrazze ospiteranno 1.200 piante di almeno 36 specie differenti. Le terrazze del primo piano, in particolare, sono concepite come aree ricreative che completano la riqualificazione architettonica e sociale degli spazi. La selezione di vegetazione decorativa e piante in vaso rievocano il paesaggio meneghino delle case di ringhiera.
Al quarto e sesto piano sarà invece possibile creare dei veri e propri salotti all’aperto, o degli orti condivisi. Al nuovo ottavo piano l’interior landscaping darà vita a isole funzionali e versatili, personalizzabili con varietà di piante che migliorano la qualità dell’aria.